Castelli, fortezze, rocche e torri della Liguria storica a Nord dello spartiacque appenninico: origini, caratteristiche, funzioni e sviluppo.
Sono stati questi gli argomenti trattàti dalla conferenza intitolata Castelli e fortificazioni dell’Oltregiogo, svoltasi in Piemonte nel 2015.
Organizzato per la serie itinerante «Incontri castellani» (iniziata nel 2012 e dedicata al mondo delle fortificazioni medievali, rinascimentali e moderne), l’appuntamento è stato ideato e diretto da Davide Tansini.
Lo stile di conduzione non è stato tecnicistico e settoriale: invece, brioso, semplice, colloquiale, a tratti ironico (pur restando fedele ai dati storico-scientifici).
Le vicende legate alle fortificazioni dell’Appennino Ligure hanno permesso di impostare anche un ampio discorso su varî aspetti del passato, spesso collegàti o simili alla realtà attuale: cultura, economia, politica, società.
Così, Castelli e fortificazioni dell’Oltregiogo è stata una vivace e coinvolgente occasione per conoscere la storia e l’architettura.
La conferenza Castelli e fortificazioni dell’Oltregiogo ha ripercorso l’arco temporale esteso fra Medioevo, Rinascimento ed Età Moderna, esaminando le specifiche situazioni in cui nacquero e si svilupparono le opere fortificate presenti nell’area della Liguria storica a Nord dello spartiacque appenninico, fra gli odierni territorî di Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza.
L’Oltregiogo è un ambiente montuoso e collinare, attraversato dalle valli strette e tortuose déi córsi d’acqua che dal crinale dell’Appennino genovese scendono verso la pianura del fiume Po, come l’Aveto, la Boreca, l’Orba, la Scrivia, la Trebbia, la Vobbia.
Durante l’incontro Davide Tansini ha tratteggiato alcune peculiarità storico-antropiche di queste terre: la presenza di antiche e importanti vie di comunicazione fra la Riviera Ligure e la Valpadana (in particolare, gli itinerarî stradali fra Milano e Genova); le plurisecolari attività legate al banditismo, alla diserzione, al fuoriuscitismo e al contrabbando (specialmente di sale, granaglie e armi); il tradizionale isolamento di molte comunità; l’estremo particolarismo feudale.
Lo storico ha descritto per sommi capi i contesti politici che fra XII e XIII secolo portarono la Repubblica di Genova ad avviare l’esercizio della propria influenza e del proprio controllo sui versanti settentrionali dell’Appennino Ligure. Egemonia che, sviluppata sotto forme molto diverse tra loro, si mantenne fino agli ultimi anni del Settecento.
Davide Tansini ha poi parlato degli scontri e delle interazioni con sovrani, signori e compagini statali che durante i secoli si succedettero nel contendere alla Compagna Communis fette di potere in questo settore dell’Appennino: il feudo monastico di San Colombano di Bobbio, il Comune di Tortona, il Ducato di Milano (dapprima con i Visconti, successivamente con gli Sforza, i Valois e gli Asburgo), il Marchesato (poi Ducato) del Monferrato, il Ducato di Parma e Piacenza (prima con i Farnese, in séguito con i Borbone), lo Stato Landi, il Regno di Sardegna (con i Savoia).
Una parte consistente del discorso è stata impiegata per delineare l’entità déi Feudi Imperiali: un insieme di terre dotate di ampie autonomie connesse a privilegî emanàti in tempi diversi dai monarchi del Sacro Romano Impero.
Adorno, Doria, Fieschi, Malaspina, Pallavicino e Spinola le principali famiglie di area ligure titolari déi feuda immediata (o sovrani): l’eccezionale concentrazione di questi ultimi fra l’Orba e la Trebbia finì per identificare l’Oltregiogo come la terra déi Feudi Imperiali per antonomasia e favorì la Repubblica di Genova nel controllo (più o meno diretto) della regione.
Riallacciandosi a questi presupposti, Davide Tansini ha presentato la diversificata tipologia fortilizia dell’Oltregiogo: torri d’avvistamento, fortezze bastionate, rocche, castelli-rifugio, borghi fortificàti, rupi fortificate.
Lo storico ha esaminato le esigenze alla base delle specifiche strutture fortilizie; la loro distribuzione; i processi demografici ed economici che esse innescarono; i personaggî e le autorità che seppero sfruttare le potenzialità di queste opere fortificate; l’evoluzione delle tecniche edilizie con cui furono costruite.
Strutturata su varî livelli di comprensione e di approccio, la spiegazione di Davide Tansini ha proposto una visione ad ampio respiro del territorio (caratteristica, questa, che accomuna Castelli e fortificazioni dell’Oltregiogo con gli altri appuntamenti di «Incontri castellani»).
La conferenza Castelli e fortificazioni dell’Oltregiogo, svoltasi a Novi Ligure (Alessandria) il 5 settembre 2015, si è occupata di varie strutture fortilizie situate a Nord dello spartiacque dell’Appennino Ligure, distribuite fra gli attuali territorî di Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza (nell’area culturalmente omogenea delle Quattro Province).
Fra gli esempî tratti dall’Alessandrino e dal Tortonese, figurano le opere fortificate di Garbagna, Gavi, Grondona, Novi Ligure, Ovada, Pozzolo Formigaro, Roccaforte Ligure e Vargo (Stazzano).
Per quanto riguarda il Genovese, l’incontro ha trattato delle fortificazioni di Borgo Fornari (Ronco Scrivia), Isola del Cantone, Montessoro (Isola del Cantone), Montoggio, Santo Stefano d’Aveto, Torriglia e Vobbia.
Nel territorio che fa capo a Piacenza, sono stati presi a esempio i siti fortificàti di Cariseto (Cerignale) e Zerba.
Luogo:
Novi Ligure (Alessandria, Piemonte – Novese, Oltregiogo, Italia), Parco del Castello (Via Castello)
Data:
5 settembre 2015
Facebook:
incontricastellani
E-mail:
e v e n t i @ t a n s i n i . i t
Telefono:
3 4 9 2 2 0 3 6 9 3
Note:
l’evento è stato ideato e condotto da Davide Tansini; i contenuti da lui illustràti al pubblico durante la tappa di Castelli e fortificazioni dell’Oltregiogo sono basàti sugli esiti delle sue ricerche in àmbito storico-architettonico
© Davide Tansini: tutti i diritti riservàti – Pubblicato il 18 agosto 2015 – Aggiornato al 28 ottobre 2024