Cerchie murarie, palazzi fortificàti, rocche e torri dal Tigullio all’Orba, fra la costa del mar Ligure e le valli dell’Aveto, della Trebbia, della Scrivia e del Polcevera: nascita, sviluppo, funzioni e peculiarità.
È stato questo il tema delle conferenze Castelli e fortificazioni del Genovese, svoltesi in Liguria nel biennio 2016-2017.
Proposte per la serie itinerante «Incontri castellani» (tenutasi dal 2012 al 2020 e dedicata alle opere fortificate del Medioevo, del Rinascimento e dell’Età Moderna), le iniziative sono state ideate e dirette da Davide Tansini.
Lo stile dell’illustrazione non è stato settoriale e tecnicistico, bensì colloquiale, semplice, vivace e a tratti ironico (pur restando fedele ai risultàti delle ricerche storico-scientifiche).
I fatti legàti ai fortilizî genovesi hanno permesso di imbastire un discorso ricco e articolato riguardante diversi aspetti della storia medievale, rinascimentale e moderna, spesso in relazione o comparabili con il presente: società, politica, economia e cultura.
In questo modo Castelli e fortificazioni del Genovese è stata un’occasione coinvolgente e briosa per conoscere l’architettura e il passato.
Le conferenze dal titolo Castelli e fortificazioni del Genovese hanno ripercorso il Medioevo, il Rinascimento e l’Età Moderna, trattando le specifiche condizioni che determinarono la nascita e l’evoluzione delle strutture fortilizie presenti nel territorio di Genova (antico e odierno).
Quest’area del Nord Italia è compresa fra l’Appennino Ligure e quello che anticamente era chiamato Mar Ligustico. È attraversata dai córsi d’acqua Aveto, Bisagno, Entella, Graveglia, Lavagna, Lerone, Neirone, Petronio, Polcevera, Scrivia e Trebbia.
Gran parte del territorio genovese è montuoso o collinare, con vaste zone boscose e piccoli tratti pianeggianti alla foci dei torrenti o dei tratti di costa soggetti a interramento artificiale. Numerosi sono i poggî e i crinali che ospitano centri abitàti, mentre le strade sono spesso ripide e tortuose, collegate a diversi valichi appenninici (Bocchetta, Bracco, Creto, Giovi, Portello, Scoglina, Scoffera, Turchino).
Negli incontri Davide Tansini ha tratteggiato alcune peculiarità storico-antropiche della zona: l’esistenza di importanti fascî stradali fra il versante ligure degli Appennini e la Valpadana; le plurisecolari attività legate al banditismo, al commercio, al contrabbando e alla pirateria; l’esasperato particolarismo feudale; la forte interazione fra litorale ed entroterra, con la presenza di un porto fra i più importanti e trafficati del Mediterraneo, Genova.
Lo storico ha descritto le interazioni e gli scontri con repubbliche, signori, sovrani e compagini statali che nel córso degli anni si disputarono fasce d’influenza e di potere nel territorio genovese e nel suo circondario: il feudo monastico di San Colombano di Bobbio, quelli aleramici e obertenghi, la Compagna Communis, i Comuni di Alessandria, Asti, Pavia, Piacenza, Savona e Tortona, i signori Adorno, Centurione, Doria, Fieschi, Grimaldi, Malaspina, Pallavicino e Spinola, il Ducato di Milano (retto prima dai Visconti, poi dagli Sforza, dai Valois e dagli Asburgo), il Marchesato del Monferrato (governato prima dagli Aleramici, poi dai Paleologi, quindi dai Gonzaga), il Ducato di Savoia e il Regno di Sardegna, oltre alla Repubblica di Genova.
Nell’illustrazione lo studioso ha citato anche altre famiglie nobiliari coinvolte in diversi periodi e in vario modo nelle vicende politiche e militari del Genovese: Aragona, Borbone, Landi e Piccinino.
Partendo da questi elementi storico-gerografici, Davide Tansini ha passato in rassegna la variegata tipologia fortilizia presente nel Genovesato: caminate, castelli, cerchie bastionate, forti, palazzi fortificati, piazzeforti, rocchette, sbarramenti difensivi e torri d’avvistamento.
Il relatore ha parlato delle esigenze che portarono alla nascita delle strutture difensive; la loro distribuzione; i processi economici e demografici che esse attivarono o da cui furono coinvolte; le autorità e i personaggî che riuscirono a valersi delle potenzialità offerte da queste fortificazioni; l’evoluzione delle tecniche edilizie con cui furono erette.
Strutturato su livelli multipli di approccio e di comprensione, le conferenze tenute da Davide Tansini hanno proposto una visione ad ampio respiro del territorio (è una caratteristica che associa Castelli e fortificazioni del Genovese agli altri appuntamenti della rassegna «Incontri castellani»).
Le tappe di Castelli e fortificazioni del Genovese, tenutesi in Liguria nel 2016 e nel 2017, hanno trattato diversi edificî fortificàti siti negli odierni territorî di Genova e di Alessandria.
La prima conferenza ha avuto luogo a Moneglia (Genova) presso la Fortezza di Villafranca il 21 luglio 2016.
Il secondo incontro si è svolto a Genova nell’area del Porto Antico il 23 settembre 2017.
Fra gli esemplari fortilizî nella Città della Lanterna o prossimi al centro urbano (ancór oggi esistenti oppure scomparsi) citàti nelle conferenze figurano il Castelletto, le cerchie murarie, il Forte Castellaccio, il Forte Diamante, il Forte Richelieu, il Forte Santa Tecla, il Forte Sperone, il Forte Tenaglia, il Molo, la Torre di Luccoli e la Torre Quezzi.
Riguardo alla Riviera di Ponente e a quella di Levante, Davide Tansini ha trattato le fortificazioni di Arenzano, Camogli, Chiavari, Cogoleto, Lavagna, Moneglia, Pegli (Genova), Portofino, Rapallo, Santa Margherita Ligure e Sestri Levante.
Fra gli esempî tratti dall’entroterra compaiono le strutture fortificate di Borgo Fornari (Ronco Scrivia), Campo Ligure, Crocefieschi, Gavi, Gorreto, Isola del Cantone, Montessoro (Isola del Cantone), Montoggio, Novi Ligure, Roccaforte Ligure, Santo Stefano d’Aveto, Savignone, Torriglia e Vobbia.
Luoghi:
Moneglia (Genova, Liguria – Riviera Ligure di Levante, Italia), Fortezza di Villafranca (Lungomare Dante Alighieri)
Genova (Liguria – Italia), Porto Antico (Piazzale Porta del Molo)
Date:
21 luglio 2016 (a Moneglia)
23 settembre 2017 (a Genova)
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© Davide Tansini: tutti i diritti riservàti – Pubblicato l’11 luglio 2016 – Aggiornato al 27 marzo 2025